Recensione Lumix S1
Ho amato e sostenuto a lungo il sistema F Mount della Nikon ma ogni storia volge al termine. La mia, con Nikon, si è conclusa a novembre 2019 dopo ben 16 anni di carriera. Non siamo rimasti in buoni rapporti, no. In due mesi ho venduto praticamente tutto il mio corredo abbracciando interamente il nuovissimo sistema L Mount della Panasonic. Il risultato? Ve lo illustro in questo articolo che tratta della mia Recensione Lumix S1.
Addio a Nikon
Prima di iniziare a parlare della vera e propria Recensione Lumix S1 devo spendere ancora qualche parola sulle vecchie care Nikon.
Ne ho provate tante nel corso della mia carriera: D70, D80, D90, D700, D800, D3 e D4, ma quella che mi ha dato maggior soddisfazioni è la Nikon D810. L’ho usata praticamente sino a ottobre 2019. Versatile, robusta e affidabile.
Versatile perché equipaggiata con un sensore corposo e denso di ben 36 megapixel che – all’occorrenza – ti consente di lavorare con una sorta di risoluzione dimezzata la quale risulta molto comoda in determinate situazioni. Robusta come qualsiasi reflex di fascia professionale, la tropicalizzazione è uno dei suoi aspetti significativi. Affidabile perché una fotocamera che ti fornisce un doppio slot scheda di memoria e una batteria che ti dura per ben 800 fotografie non può essere che definita tale.
Allora perché ho lasciato Nikon? La verità è che ho deciso di cambiare fotocamera per due motivi: l’usura delle vecchie e la voglia di rinnovamento. Sì, a volte noi fotografi dobbiamo cercare stimoli nuovi anche nell’utilizzo di nuovi strumenti. In fondo amiamo sentirci come dei bambini di fronte a un nuovo giocattolo.
Ad ogni modo io ho sempre amato il marchio Nikon e non avevo nessuna ragione per non continuare con esso. Quindi, ho iniziato a guardare le sue proposte più recenti. L’idea è sempre stata quella di acquistare una fotocamera che fosse più moderna e che mi garantisse concreti vantaggi come un autofocus capace di lavorare sull’intero sensore, un mirino elettronico in grado di fornirmi informazioni visive immediate quali esposizione e alte luci e – più in generale – una maggiore flessibilità nell’utilizzo.
L’unica scelta possibile
Forte delle precedenti premesse – e dopo aver testato moltissime camere quali Sony e Fujifilm negli ultimi due anni – mi è parso anche ovvio, alla soglia del 2020, affacciarmi di nuovo e buttarmi definitivamente nel mondo delle mirrorless.
Nikon, però, non si è presentata all’altezza delle mie richieste con le sue Z6 e Z7. Mirrorless di fascia alta, per carità, ma che accolgono un solo slot di memoria. Capite? Impensabile, per me, ritornare a lavorare con una sola memory card. Sono sempre stato dell’idea che se ci sono modi per limitare la perdita dei dati questi vanno adottati. Insomma, bisognava cercassi una valida alternativa.
Sony, dal canto suo, non mi ha mai entusiasmato per via della scarsa pulizia d’immagine ad alti ISO. In realtà già a 1000 ISO le fotografie ottenute con le Sony A7III – che usiamo principalmente in ambito video nei miei Studi – sono piene di rumore elettronico. Altro? Sì, le Sony te le vendono senza carica batterie ed io non ne capisco il motivo. E poi? Sì, tutti con Sony, proprio no dai.
Fujifilm, invece, mi ha sempre affascinato ma i suoi APS-C restano fuori dai miei campi di utilizzo. E’ vero che continuo ad usare una Fujifilm X100f, ma esclusivamente in ambito street e durante i miei viaggi.
Cos’altro resta? Ah già, Canon. Anche qui stessa storia che con Nikon.
Poi, un bel giorno, chiedo al rivenditore Fotoema di Napoli di farmi impugnare la Lumix S1 di casa Panasonic.
Una mirrorless – questa Panasonic S1 – vestita da reflex. Tropicalizzata, equipaggiata con tasti dedicati e con un dignitosissimo display sulla calotta, finalmente! Una camera realizzata per accogliere ottiche Leica e Sigma. Non proprio una piuma di fotocamera devo dire – 899 gr solo corpo macchina – ma dannatamente attraente.
Quando butto l’occhio nel mirino lo trovo subito molto gradevole e mi accorgo di un frame rate altissimo. Restava da provarla sul campo per capire se l’autofocus e l’immagine ad alti Iso – due aspetti fondamentali per me – sarebbero stati all’altezza della collaborazione con Leica.
Recensione Lumix S1
Non ho problemi ad ammettere che la Recensione Lumix S1 è stata molto più impegnativa del previsto, soprattutto dal momento in cui ho deciso parlarvene provandola prima sul campo. Sui Set con le Nikon riuscivo a cambiare le impostazioni senza nemmeno guardare la camera mentre la Lumix mi è apparsa del tutto estranea. Si è fatta però apprezzare in fretta perché intuitiva e con un menù che un essere umano “normale” può tranquillamente comprendere e navigare.
Autofocus
Questa sessione fotografica è stata realizzata percorrendo il lungomare di Napoli. La luce davvero critica non ha giocato a mio favore e sono stato quasi sempre in controluce perché volevo determinate scenografie come sfondi alle fotografie della piccola Valentina.
Oltretutto la bambina non aveva voglia di stare ferma nemmeno per un momento e questo ha rappresentato un ulteriore grado di difficoltà. Ho davvero temuto di perdere preziosi scatti – come questo in basso – durante i quali la piccola si divertiva un mondo a girare in tondo con la propria mamma.
Insomma, un vero banco di prova per testare l’autofocus della Lumix S1.
Nel corso dello shooting ho subito capito che l’autofocus in modalità C non mi sarebbe stato di grande aiuto. Molto migliore la funzione Tracking che mi ha consentito di lavorare in modo veloce e soddisfacente. Anche in Af S ho potuto catturare immagini significative e senza grossi sforzi. Difatti l’aggancio del fuoco, in questa modalità, risulta sorprendentemente rapido ed efficace.
Sensibilità Iso
La parte degli Iso della Lumix S1 è la più interessante almeno per me che – durante un reportage di nozze – cerco situazioni di luci miste e difficili da controllare, penombre e soprattutto scene in condizioni di scarsa illuminazione.
La qualità e la pulizia della fotografia della Lumix S1 mi ha lasciato senza parole.
Le immagini di questo lavoro – che vede come protagonista la poetessa Anna Utopia Giordano – sono state catturate in una sala buia di un caffè dove la presenza di ben tre tipi di luci differenti – luce finestra, luce lampada di sfondo e luce generale proveniente dall’ambiente in cui la modella è immersa – è stata costante.
Gamma Tonale
Riguardo i colori di questa Panasonic S1 non ho davvero molto da aggiungere all’eloquenza degli scatti allegati.
Sono un pignolo del colore, i miei colleghi lo possono testimoniare e vi assicuro che non ho mai ottenuto una neutralità così sana e appagante come con S1.
Devo aggiungere anche un paio di cose a sfavore di questa Panasonic.
Il prezzo delle ottiche Serie S Pro Lumix davvero alto e i consumi della batteria che potrebbero essere migliorati. In definitiva, però, stiamo parlando di una fotocamera a cui non manca nulla. Anzi, migliora di volta in volta le proprie prestazioni mediante opportuni aggiornamenti firmware che altre case sfrutterebbero per lanciare nuovi modelli di fotocamere.
Ad ogni modo staremo a vedere, non è ancora detta l’ultima parola. Tirare le somme definitive adesso – dopo soli 5000 scatti – mi sembra un po’ prematuro. Mi resta ancora da testare le ottiche della Serie S Pro Lumix e approfondire le vere capacità dell’autofocus in C. Concludo anche dicendo – come in altre occasioni – che non esiste la fotocamera perfetta. Il punto è trovare quella che meglio ci calzi. E forse questa Lumix S1 calza a pennello su di me.
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