L’ESPOSIMETRO ESTERNO

Misurare la luce con un’esposimetro esterno, è ancora necessario nell’era della fotografia digitale?“. La mia risposta è lapidaria: sì. Chi crede che un esposimetro esterno sia inutile, oggi, è uno stolto! Ma procediamo con ordine e vediamo quali sono le differenze tra un esposimetro esterno ed uno interno ad una reflex, quali possono essere le applicazioni del primo e perché lo si usa ancora.

Esposimetro interno ed esposimetro esterno: le differenze

Quasi tutti siamo abituati a quantificare l’intensità della luce attraverso l’esposimetro della fotocamera. E’ comodo e veloce, perché è sempre lì sott’occhio e reagisce immediatamente al cambio di inquadratura, ed è – quasi sempre – molto preciso grazie ai famosi tre settaggi relativi alle letture: spot, semi spot e matrixIn più non dobbiamo portarci un accessorio extra nella borsa… sacrosanta leggerezza! Fin qui tutto okay. Potremmo, quindi, abbandonare l’idea di spendere una cifra – non troppo elevata ma considerevole – per un esposimetro esterno. Ma, ma… se ci trovassimo a scattare delle fotografie di posa che richiedono una maggior precisione d’esposizione? Ecco che un esposimetro interno potrebbe risultare scarso e poco utile e, addirittura, trarci in inganno. Ancora, se dovessimo lavorare usando luci flash? Ad esempio in una sala posa? L’esposimetro della nostra reflex sarebbe perfettamente inutile perché non ha funzione di lettura della luce incidente.

Quando usarlo, e perché

Gli esempi valgono più di tante parole quindi vi proporrò tre fotografie che dimostrino quanto sia importante avere nella propria borsa un esposimetro esterno. Nella prima fotografia – eseguita in studio con l’ausilio di flash Quantuum Pulse 600 – avevo la necessità di rendere perfettamente nero il fondale ed avevo poco tempo per lo scatto. Quindi, ho eseguito una misurazione della luce incidente del punto in cui il soggetto si sarebbe piazzato ed una misurazione per il fondale. Circa 5 stop di diaframma di differenza tra i due punti, ed il gioco è fatto. Nella seconda immagine avrei potuto usare anche l’esposimetro della Nikon D700 ma… sarei finito a mare con tutti i panni!! Troppo bianco lo sfondo, troppa luce. Avrei ottenuto valori di tempo e diaframma assolutamente sfalsati e inaccettabili per la modella. Con l’esposimetro esterno son riuscito a calcolare precisamente – e in anticipo – la coppia tempo diaframma da impostare. Per finire nel terzo scatto avevo un’abito da sposa bianco su di un cielo e mare carichi di blu. Inutile dirvi che in questi casi l’unica cosa da fare è una misurazione della luce incidente sul tessuto perché anche una quantificazione della luce riflessa dall’abito sarebbe stata poco attendibile. Insomma, ancora una volta, col mio Sekonic son riuscito a spuntarla.

Per concludere una piccola riflessione: ma voi fotografi (o presunti tali…), come fate a svolgere questo mestiere con delle reflex che costano quanto – o poco più di – un esposimetro?

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